4 – 5 -6 novembre 2011 – u cantu nun mori – nona edizione
Posted in BlogQuest’anno novità assoluta per quanto riguarda l’unica manifestazione di musica popolare di Riposto. La nona edizione prevede infatti tre serate consecutive in occasione di SAPORE D’AZZURRO 2011. I concerti si svolgeranno in Piazza del Commercio a partire dalle ore 21,00. Venerdì 4 novembre QUARTETTO AREA SUD (Sicilia); si esibirà la “Skunchiuruti band” (Calabria); sabato 5 novembre si esibirà la “Skunchiuruti band” (Calabria); domenica 6 novembre LUIGI DI PINO cantastorie del XXI° sec. “in concerto”;
L’associazione “Il cantastorie” ringrazia vivamente l’assessore DOMENICO DI MARTINO nonchè il direttore della biblioteca RAG. SARO LEOTTA per l’interessamento e il lavoro svolto.
Skunchiuruti nel gergo della provincia di Reggio Calabria, ma anche in Sicilia, significa sconclusionato, di persona che non segue una logica ma non per questo superficiale.
Esattamente come i nostri otto amici che s’incontrano per il puro piacere di vivere e condividere esperienze e si ritrovano a suonare senza pretesa alcuna se non quella di divertirsi e divertire la gente che li sta ad ascoltare.
Nati e cresciuti a Cataforìo (entroterra reggino dell’area sudaspromontana) gli Skunchiuduti propongono un incontro fra tradizione ed espressioni musicali più moderne, con un mix di strumenti acustici tradizionali della cultura calabrese.
Danilo – voce e percussioni
Demetrio – percussioni
Mario – tamburello
Sergio – organetto
Marco – voce e chitarra
Carmelo – voce e chitarra
Giuseppe – chitarra
Francesco – voce e lira calabra
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QUARTETTO AREASUD
Musica lievemente tradizionale
Franco Barbanera, friscaletto, zampogna a chiave, gaita galiziana ed
altri fiati vari ed eventuali
Marco Carnemolla, contrabbasso, voce, marranzano ed altre bassezze pur sempre raffinate
Maurizio Cuzzocrea, chitarra battente, voce ed altri suoni peninsulari variabili
Mario Gulisano, tamburelli, voce, marranzano ed altri oggetti percuotibili occasionali
Il quartetto Areasud esegue
musiche tradizionali principalmente legate alle culture calabresi e
siciliane, senza dimenticare che queste terre sono al centro del
Mediterraneo, grande brodo nel quale si cuociono gli ingredienti
musicali di popoli che condividono uno stesso destino.
Seppure lo strumentario utilizzato sia di esclusiva provenienza
tradizionale e ricercato nella selezione dei costruttori migliori,
l’esecuzione dei brani non è strettamente filologica, ma lascia spazio
all’intepretazione personale e quindi a quel processo di permanente
composizione e ri-creazione che è caratteristico della musica di
tradizione orale.
Ad un ricco repertorio di tarantelle, in cui il friscaletto è
protagonista assoluto, si affiancano canti rituali, favole e serenate
che raccontano con il suono e la lingua nativa un pezzo di storia dei
musicisti e di chi c’era prima di loro.